La personale fotografica di Natalino Russo

è una sfida a ripensare la città

Cuba, Messico, Filippine, Iran, Brasile, dalle spedizioni speleologiche alla redazione di numerose guide di viaggio, fino ai grandi reportage per il National Geographic, con la medesima passione e ancor maggior intimità, il fotografo e giornalista Natalino Russo esplora attraverso l’obbiettivo della sua macchina fotografica la zona di Roma in cui ha scelto di vivere, la polifonica Tor Pignattara che si sviluppa nel quadrante sud orientale della capitale, immortalata da quattro anni a questa parte, in centinaia di scatti rubati al quotidiano: “Non penso che le strade sotto casa abbiano meno cose da scoprire rispetto a delle mete esotiche – racconta Natalino che usa la fotografia per conoscere, integrarsi e farsi accettare dal territorio – anzi direi che proprio perché conosciamo meglio l’extra testo, la lingua dei luoghi in cui viviamo, abbiamo meno scuse e più strumenti per conoscerli e capirli. Poi Tor Pignattara è un luogo storicamente di primo accesso alla città che già dagli anni 20″ ha accolto tutte le ondate migratorie, calabresi, campani, abruzzesi, un luogo in costante trasformazione, frizzante, ricco di spunti, di letture”.

Nelle foto di Natalino, lo spaccato sincero dei mille volti di un quartiere, che, a soli 5 km dal Colosseo, è percepito nell’immaginario collettivo come “periferia”, con tutte le frange di disvalore e stereotipo che questa connotazione comporta, diversamente da quanto potrebbe mai capitare con la zona dei Parioli, che pur equidistante dall’Anfiteatro Flavio, si associa immediatamente al proverbiale prestigio e reputazione di tutto ciò che abita “il centro” in opposizione a quanto resta fuori. Curioso come anche il senso stesso di distanza e prossimità, lungi dal rispondere a criteri oggettivi su una mappa, siano più che altro percezioni acquisite, sedimentate, evidentemente discutibili. Proprio a partire da tali considerazioni, allestita all’interno della galleria Up Urban Prospective Factory, nel cuore di Tor Pignattara, una non facile selezione delle immagini scattate da Natalino Russo andrà a comporre Fuori Centro, la sua prima personale fotografica a  cura di Francesca Pagliaro, storica dell’arte e Presidente dell’Associazione culturale di guide turistiche Muri Sicuri. Un percorso espositivo dal taglio quanto mai significativo: “Abbiamo deciso di allinearci al lavoro dell’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros, un museo diverso da quello a cui siamo abituati a pensare, che esiste perché gli abitanti del posto riconoscono il proprio patrimonio – spiega Francesca durante il finissage – quindi sanno che un mausoleo o un acquedotto o un’opera di Street Art ha valore, sentono l’appartenenza di questo patrimonio e vogliono tutelarlo e valorizzarlo come da anni sta facendo l’Ecomuseo Casilino, che è quindi un Museo condiviso e diffuso. Così provocatoriamente abbiamo associato ad ogni immagine del quartiere il nome di un posto celebre e turistico di Roma. Questo perché – continua Francescail Mausoleo di Augusto davanti all’Ara Pacis vale quanto il Mausoleo di Elena a Villa De Sanctis, dunque è inaccettabile ad esempio, che si costruisca un centro commerciale proprio in prossimità delle Catacombe di S. Marcellino di fronte al Mausoleo di Elena, come stanno provando a fare. E perchè questo avviene? Perché il solo fatto che un bene sia collocato in periferia è considerato di per se svalutante e noi stessi non ci ribelliamo a questa idea, ma un posto vincolato è un posto vincolato e il suo valore è il medesimo ovunque si trovi.  E questo vale per la bellezza di Tor Pignattara come per quella di tante altre zone di Roma”.

Così, con entrate scaglionate e mascherina alla mano, accolti dalla gallerista Marta Di Meglio, ci addentriamo nello spazio di Up Urban e subito perdiamo le coordinate di Roma, per scoprirne un’altra possibilità, un nuovo racconto: Villa De Sanctis è la Villa Borghese locale, le donne che danzano in un caleidoscopio di colori durante la festa indù del Ratha Yatra popoleranno una speziata Piazza San Pietro nei giorni di udienza papale mentre Via delle Terme di Caracalla prenderà le sembianze di Largo Pettazzoni, dove accanto al gioco e allo sport di adulti e bambini, è facile incontrare donne in hijab che giocano a badminton. Le immagini sono esposte in coppia, quasi ad esaltare il senso dei mille contrasti di Tor Pignattara, culture, etnie, storie umane e di civiltà che si permeano vicendevolmente nel tempo e nello spazio e stratificazioni di segni e d’arte sui muri, tensioni sotterranee, botteghe del mondo e spazi esterni che la nostra vita in-door ha gradualmente abbandonato, oggi ripopolati dai nuovi giunti: “Più fotografavo Tor Pignattara, più mi sentivo a casa – racconta Natalino Russo – sono sempre stato invitato ad entrare, mai respinto. Ho trovato gente felice di mettersi in posa e divertita, questo quartiere è un posto normale, accessibile, dove nulla accade di strano che non sia l’umanità”.

Diversi gli scatti effettuati durante il lockdown in cui balconi, tetti e terrazze condominiali, lo ricorderete, hanno fatto da territorio spartiacque tra interno ed esterno, è il caso della foto dichiarazione d’intenti della mostra in cui l’Alter ego del fotografo, volge lo sguardo dall’alto sul Belvedere del Gianicolo mentre, Terrazza del Pincio (Enjoy the little things) diventava palcoscenico per gli happening delle h. 18,00 che se in tempo reale confluivano sui social, con le foto di Natalino Russo sono diventate ingrediente del cortometraggio   IN | There scritto e diretto dal regista Francesco Thérèse, vincitore del contest “Corti in Quarantena” del Pigneto Film Festival

E in un constante andirivieni tra una dicotomia e l’altra, bello e brutto, urbano e rurale, vicino e lontano, solitudini e vita brulicante, centro e “Fuori Centro”, la liaison con la Stazione Termini resta una certezza, garantita dal trenino giallo che fa la spola con il quartiere in una trafficata Via della Conciliazione e dal bus 105, nella foto dal titolo Largo di Torre Argentina che Natalino, per un progetto ancora in itinere, prenderà spesso la sera proprio dalla Stazione, aspettando di vederlo riempito di tutti i lavoratori dei ristoranti della Roma turistica per il viaggio di ritorno verso casa.    Fuori Centro, tra gli eventi off del Pigneto Film Festival, si è conclusa solo pochi giorni fa e sembra essere nelle intenzioni del fotografo e della curatrice, portarla fuori…            Quartieri in trasferta? Forse, e sarebbe un modo bellissimo di far incontrare le tante anime delle città, che troppo spesso si conoscono sulla scia di superati cliché e magari ignorano, d’essere più vicini di quanto si è abituati a pensare: “Per noi semplicemente, la periferia non esiste – scrive Claudio Gnessi, Presidente dell’Ecomuseo Casilino, nella nota La Grande Bellezza e La Grande Fregnaccia: appunti per un rovesciamento critico della narrazione urbanaEsistono i territori che hanno specificità e complessità uniche, essenziali al processo di costruzione del senso della città, che conservano e producono un patrimonio sociale, culturale, umano straordinario che per troppo tempo è stato compromesso e negato”. 

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