VERSO LA RIAPERTURA DEI TEATRI,

ON LINE IL VIDEO DEL PROGETTO “EMME EMME EMME*

*Merda! Merda! Merda!

Se con il picco di luna piena di fine febbraio anche il cielo sembra aver contribuito alla plateale chiamata alla luce sui teatri ad un anno dalla loro chiusura per pandemia (U.N.I.T.A. – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo), sono tanti i soggetti che nel tempo con proposte diverse, hanno cercato soluzioni, sensibilizzato l’opinione pubblica, fatto pressione sui governi e provato con modalità diverse a mantenere accesi i riflettori sul vuoto cosmico negli spazi scenici e nella vita di più di 300.000 professionisti del mondo dello spettacolo.

Tra queste iniziative, da giorni si fa largo un progetto dal titolo familiare al mondo dei teatranti, ben augurante e quanto mai opportuno “Emme Emme Emme* – *Merda! Merda! Merda!” con cui prende vita “La Resilienza della Luce”, video girato all’interno del Teatro Biblioteca Quarticciolo, location selezionata tra i teatri di cintura metropolitana a Roma, città assolutamente rappresentativa per tradizione e varietà dei teatri. L’idea chiave del video, in cui la luce fa da vera e propria regia, nasce dalla conversazione con un tecnico luci: cosa succederebbe senza colui che sa illuminare un palcoscenico? Quanto rumore fa la luce? Qual è la sua autorevolezza?                                             

Nasce così “La Resilienza della Luce” alla cui realizzazione concorre un nutrito collettivo di professionisti e Visual artists tra cui, Edoardo Olivetto, Vj, Art Director e ideatore del progetto; Andrea Rocca, motion graphic designer e tecnico di messa in onda; Stefano Sbrulli, fotografo e videomaker; Elisa Antonacci, videomaker e graphic designer; Carlo Covelli, sound designer e producer; Soraya Gomaa, performer e danzatrice in formazione e Claudia Boca, pr&media relations. 

La finalità – racconta Edoardo Olivetto – è stata quella di utilizzare quel che sappiamo fare per rappresentare il momento difficile che stiamo vivendo da un punto di vista più artistico, realizzando qualcosa di bello in uno spazio vuoto. Volevamo inizialmente dedicare il video soprattutto alle figure tecniche dello spettacolo dal vivo, poi lo abbiamo esteso a tutte le professionalità in gioco all’interno di uno show, a prescindere dal genere se teatrale, di danza, musicale”.

In apertura ci troviamo di fronte un teatro che giace nell’oscurità, restituito alla vita attraverso un light show che tutto illumina e fa vibrare senza tralasciare alcun dettaglio, dalle corde del sipario al parquet del palcoscenico. Poi, sulla scia di un crescendo musicale e visivo avvolgente, il ritorno al buio, al vuoto, reso ancora più assordante dai cessati volteggi di una ballerina che all’inchino finale, sul proscenio resterà… non è ancora certo per quanto, in attesa di un applauso del pubblico? In attesa del commento di qualcuno dopo le prove quotidiane? Quanta vita si ferma in un teatro spento?

Tutto lo spazio scenico, dalla platea al backstage, dalla galleria al palcoscenico, è tagliato e scandito dalla luce, che è causa dell’azione piuttosto che effetto, luce che si esprime anche in musica, come avesse una voce, su note elettronico sperimentali che si inseguono, riproducendo rumori di interruttori e fari, per culminare in un sognante suono di carillon. Ed ecco che il teatro, a luci spente, privato della sua funzione principale di scambio, condivisione, aggregazione, ridiventa un enorme spazio buio e vuoto, speriamo ancora per poco, Marzo inizia oggi, la luna presto sarà nuova!

 

 

 

 

 

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